Antonio Simone | TO GIANTS
Il nuovo album del pianista e leader del trio vede la realizzazione di omaggi dedicati ai diversi pianisti-compositori jazz, nonché pionieri dei diversi stili che hanno caratterizzato l’evoluzione del genere. Si tratta di una celebrazione al genere pianistico jazz, il quale abbraccia una vasta gamma di stili e possibilità che solo uno strumento polifunzionale come il pianoforte può offrire.
Il progetto si sviluppa con un numero di brani che per lo più riguarda il progresso compositivo finalizzato a palesare la vena artistica dei pianisti-compositori (a partire dagli anni 40 sino agli anni 60 e poco oltre), con l’eccezione di una sola traccia “Naima” di J. Coltrane appartenente al gigante del sassofono, a cui, vista la grandezza del compositore, il pianista non ha saputo fare a meno di dedicargli un omaggio. Nell’album in oggetto ed in riferimento a quest’ultima traccia, il pianista ha voluto sottolineare l’imprescindibilità di un tale artista che ha segnato la chiusura del periodo bop e passaggio al free jazz, nonché il merito di donare una visione mistica alle proprie composizioni. Non a caso il leader del trio dà inizio alla traccia con un interplay profondo e contemplativo tra contrabbasso e piano rhodes.
Il disco “To Giants” contiene il brano in piano solo “Remembering Sante’s way” , una fantasia improvvisata dal pianista e dedicata ad un illustre pianista del panorama jazzistico italiano, Sante Palumbo. Il brano ha l’intento di rievocare il sound impressionistico e jazz del pianista italiano. Sante Palumbo, un grande pianista e compositore degli anni 60-70, vanta numerosi collaborazioni con i più grandi nomi della storia tra cui Astor Piazzolla e Ron Carter, e a cui il giovane pianista e protagonista di quest’album è molto legato per ragioni didattiche e non solo. Tra le tracce dello stesso disco è possibile ascoltare brani dal più caratteristico sound mainstream e brani con rivisitazione di alcuni temi in una versione più originale e riletti con un sound new jazz.
La traccia dedicate a B.Powell e T. Monk, come “Giants’ melodies” (brano tratto dalle melodie di “Un poco Loco – Evidence”, compreso un breve accenno a Very early di Bill Evans) o Mercy mercy mercy di J. Zawinul, rispecchiano quanto suddetto. Di particolare interesse è la traccia “Giants’ Conversation” un medley di famose composizioni in cui si possono ascoltare i grandi pionieri del jazz colloquiare tra di loro con l’uso delle proprie melodie ed il passaggio graduale ad un diverso sound. In esso infatti, si può ascoltare Duke Ellington con Dancers in love (brano dal carattere stride piano, composto nel 1944 per omaggiare Fats Waller) Passion Dance di McCoy Tyner (brano registrato nel 1967dal genere jazz modale-quartale), T. Monk con Well you Needn’t (famoso brano del 1944, stile bebop ) ed infine un breve accenno a Rapsody in Blue di G. Gershwin, Rockin’ Rhythm di D. Ellington, e citazioni tratte da Blue Seven di Sonny Rollins e So What di Mil Davis. Approdo finale di questa traccia “Intro” è il brano “ Watch it ” di H. Hancock, un artista molto caro al leader del trio.
L’album contiene al suo interno due tracce omaggio a due beniamini ed ispiratori del pianismo del leader del trio: African Flower di D. Ellington (1962) in un sound originale caratterizzato dall’uso di uno strumento percussivo come il tar, ed Arabesque di Ahmad Jamal (un pianista a lui molto caro per la concezione orchestrale del suo pianismo ed utilizzo degli spazi). Un brano dalle peculiarità espressive e creative del pianista.